In questi giorni, a Cannes, è steso il “red carpet” forse più famoso al mondo, con una concentrazione di attori e celebrità che ha pochi riscontri al mondo. Tra questi, una delle più note è Scarlett Johansson, “diva” americana di 39 anni. Tra i tanti film da lei interpretati ce n’è uno quasi “preveggente”. Nel 2013 ( 11 fa: in realtà, visto l’argomento trattato, sembra ieri), infatti, ha ricoperto in Her il ruolo di un’assistente generata dall’AI che conduce una vita pressochè normale, compresa la relazione sentimentale con un uomo (peraltro come non ricordare Blade Runner, l’epico film di Ridley Scott del 1982, sicuramente il “padre” dell’AI, anche se all’epoca non si chiamava ancora così). Probabilmente memore di questo ruolo, negli ultimi anni Open AI ha più volte chiesto all’attrice americana di “prestare” la sua voce a Chapt-Gpt per un nuovo sistema vocale. Richiesta caduta sempre nel vuoto, con il rifiuto della Johansson, seppur in ballo ci fossero un bel po’ di $. Succede però che la più importante società operante nel settore AI decide di “clonare” (una sorta di “autoreferenza”: chi altri, meglio di lei, potrebbe fare una cosa del genere?) la voce della star americana, utilizzandola nel sistema vocale “Sky” di ChaptGpt-40. Cosa che fa scattare la reazione dell’attrice, che intima alla società americana di ritirare immediatamente la “voce clonata”, minacciando pesanti azioni legali, con Open AI che, a quel punto, non può che fare retromarcia.
Un esempio tra i tanti (e neanche tra i più “pericolosi”) che conferma come oramai l’AI possa “insinuarsi” nelle nostre vite, spesso a nostra insaputa (oltre alla voce, non passa giorno che non ci siano condivisioni di “immagini clonate”), con il rischio che una “realtà parallela” a volte possa sostituire quella “reale”.
Se fossimo su un canale televisivo, la vicenda potrebbe quasi essere vista come uno di quei programmi che, nel “prime time”, fanno da “traino” ai TG o a qualche ulteriore programma che “deve” incollare al video milioni di persone. Esce oggi, infatti, a mercati chiusi, la “trimestrale” di Nvidia, la società che più di ogni altra viene identificata come la “regina” del settore, che, nel giro di pochissimo tempo, è diventata la terza società Usa per capitalizzazione, raggiungendo i $ 2.300 MD (superato in questa speciale classifica solo da Amazon e Apple). Una società valutata, alle quotazioni attuali, 80 volte gli utili consolidati e 29 quelli attesi (multiplo, quest’ultimo, senz’altro elevato, ma non in modo così spropositato). Le attese sono piuttosto positive, visto quanto successo al settore, con i profitti cresciuti del 5,7% rispetto a quelli, già buoni, del 1° trimestre 2023 (con le attese che si fermavano al + 3,4%). E con ben il 78% delle aziende che, indipendentemente dal settore di riferimento, ha battuto le stime sugli utili e il 60% quelle sui ricavi. Nello specifico, Bloomberg prevede che il primo trimestre si possa chiudere con ricavi pari a $ 24,68 MD (+ 243% vso 1 anno fa), e in ulteriore aumento (+ $ 22,1 MD) verso il trimestre precedente. E’, quindi, altamente probabile che la giornata di oggi viva nell’attesa di conoscere “che sarà di noi”, almeno per quello che riguarda il ritmo a cui cresce la tecnologia del futuro. Aspetto che assume un’importanza ancora più grande per il fatto che la società di Santa Clara, a 2 passi da Cupertino (e dove se no….), è considerata oggi da molti analisti un veto e proprio “benchmark” (tesi confermata dai numeri: oggi l’azienda vale, da sola, il 5% dell’indice S&P 500) e quindi in grado di determinare l’andamento di tutto il settore, oltre che “l’indotto”. Tra l’altro, proprio oggi si leggono 2 notizie, affatto banali, una “opposite” dell’altra: la prima, infatti, annuncia l’accordi tra Nvidia e Dell per la fornitura di chips per una nuova serie di pc che prevedono l’uso dell’AI. L’altra, invece (si legge sul Financial Times), ci dice che Amazon avrebbe per il momento “congelato” gli ordini del più avanzato “superchip”, prodotto da Nvidia, per alcuni servizi cloud, in attesa che ne venga prodotto uno ancora più performante.
Ma le attese non sono solo per il gigante dei chip. Infatti, sempre oggi, verranno rese note le “minute” contenute nei verbali dell’ultima riunione della FED. Una pubblicazione certamente importante, che permetterà di conoscere meglio le dinamiche attuali per quanto riguarda lo stato dell’economia a “stelle e strisce”, soprattutto per quel che riguarda la lotta all’inflazione e gli andamenti occupazionali. E quindi in grado di capire meglio quali potrebbero essere i nuovi passi in fatto di politica monetaria. Dato per scontato che la BCE, nel prossimo comitato che si riunirà il 6 giugno, un “ritocco” al ribasso lo farà, rimangono da definire le mosse di Powell: taglio prima dell’estate o a settembre? E poi, 1 solo o 2? Tutto può succedere, anche se le attese, indirizzate anche dalle ultime dichiarazioni di qualche esponente della Banca Centrale Americana, sono per “rimando” a settembre per l’inizio della discesa.
Ieri sera nuova chiusura in rialzo per Wall Street: Dow Jones + 0,17%, Nasdaq + 0,2%, S&P 500 + 0,2%.
Questa mattina, sul Pacifico, il Nikkei si “dissocia” dagli altri indici, avviandosi ad una chiusura negativa (al momento – 0,88%).
Positive, invece, seppur marginalmente, le piazze cinesi, con Shanghai e Hong Kong allineate, intorno al + 0,15%.
Invariato, a Seul, il Kospi.
Futures poco mossi, “sospesi” nell’attesa di Nvidia.
Marcia indietro per le materie prime, con una debolezza diffusa: il WTI lascia sul terreno lo 0,93%, a $ 78,02, mentre il gas naturale Usa perde l’1,35%, a $ 2,639.
Non è da meno l’oro, che scivola dello 0,39%, a $ 2.418. A proposito del “metallo giallo”, pare che le importazioni cinesi (a partire dalla Banca Centrale) siano calate ad aprile, rispetto al mese precedente, di circa il 30%, a 136 tonnellate (comunque sempre un bel “tonnellaggio”).
Spread immobile, a 128,6 bp.
BTP al 3,80%.
Bund 2,52% circa.
Treasury sempre in area 4,50%.
Poco mosso anche l’€/$, a 1,0862.
Retromarcia del bitcoin, scambiato poco sotto i $ 70.000 (69.836).
Grazie come sempre per l’attenzione.
Ps: e quindi sembra di essere tornati, almeno per quel che riguarda Via Veneto, alla “dolce vita”. Ieri, infatti, c’è stata una “sonora” scazzottata tra l’attore francese Gerard Depardieu (se fosse un pugile combattere nella categoria “pesi massimi”), peraltro non nuovo a episodi del genere (e probabilmente anche ad altri ben più gravi) e il celebre fotografo “delle star” Rino Barillari, una vera e propria “istituzione” romana, reo di aver immortalato l’attore seduto ad una caffetteria insieme alla presunta (giovanissima) fidanzata. Anche il fotografo romano (che ha avuto la peggio ed è stato portato al pronto soccorso) non è nuovo a simili episodi: sono, infatti, almeno 200 (così pare) le volte che ha dovuto fare ricorso alle cure ospedaliere in circa 60 anni di carriera (quanto onorata però non si sa).